COLITE O COLON IRRITABILE? Ecosalute

COLITE O COLON IRRITABILE?

Ne soffre almeno 1 italiano su 5, in prevalenza donne, e nei casi più gravi può condizionare profondamente la vita quotidiana: è il colon irritabile (chiamato anche impropriamente colite).

Si tratta di una condizione caratterizzata da un’ipersensibilità della parete intestinale, che reagisce con fenomeni vari quali:

  • spasmi e dolore all’addome
  • meteorismo
  • sensazione di gonfiore e pesantezza
  • stipsi o diarrea (o alternanza di entrambi)

Questi tendono generalmente a verificarsi in seguito all’ingestione di cibi normalmente consumati o particolari situazioni emotive. Oltre ai sintomi addominali ci possono essere anche dei sintomi extra-intestinali come emicrania, irritabilità e difficoltà di concentrazione.

Solitamente, i sintomi sono ricorrenti e migliorano dopo l’evacuazione; perché si possa parlare di colon irritabile questi devono presentarsi con un certa frequenza (giorni/mese) per circa sei mesi.

Quando si parla di colon irritabile ci si riferisce ad una patologia funzionale, perché l’organo rimane perfettamente normale e, quando ci si sottopone a test come gli esami del sangue o quelli per la ricerca di infezioni intestinali, questi risultano negativi.

 

Quali sono le cause?

In molti casi sono spesso l’ansia e lo stress a far insorgere o a riacutizzare questi sintomi. Ma ci sono anche altre cause, come le alterazioni della mobilità del tratto digestivo, o un’alterazione della flora intestinale (disbiosi). In alcune persone anche una gastroenterite può essere un campanello d’allarme del colon irritabile, perché l’intestino fatica a tornare alla sua regolarità tipica.

Altre cause del colon irritabile possono essere intolleranze o allergie alimentari, infiammazioni di lieve o media entità e/o l’utilizzo di determinati farmaci che possono causare un rallentamento o un’alterazione della motilità intestinale.

 

 

Qualche trucco per (con)vivere meglio

Dato che le cause dell’intestino irritabile non sono ben definite, non c’è nemmeno una cura che possa dirsi universale. Bisogna piuttosto intervenire sui sintomi, attraverso le abitudini alimentari e gli stili di vita, come consigliato da diversi specialisti.

  1. L’alimentazione

Un’alimentazione leggera, povera di carboidrati troppo raffinati, di dolci e proteine animali è utile per alleviare certe manifestazioni.

In questo caso viene spesso consigliata la dieta Fodmap (ideata e studiata alla Monash University in Australia), che allevia i disturbi nel 75% dei casi.

Essa prevede appunto l’eliminazione o la riduzione di tutti quegli zuccheri che sono scarsamente digeribili (come fruttosio, lattosio e oligosaccarid), e di tutte quelle sostanze che possono aumentare il richiamo di acqua nel lume dell’intestino. Queste sostanze sono infatti poi fermentate dai batteri del colon causando gonfiore, gas, dolore e tensione addominale. Si tratta in pratica di una dieta da eliminazione, cui deve seguire una reintroduzione graduale e progressiva di tutti gli alimenti.

In generale i cibi sconsigliati sono quelli che aumentano la fermentazione, come il latte, i legumi, i carciofi, le mele, le pesche, le albicocche, gli asparagi, l’erba cipolina e la cipolla, l’aglio, il cavolo cappuccio, la cicoria e i legumi con buccia, soprattutto fagioli, ceci, lenticchie e fave.

Sono invece alimenti consigliati il pesce, la carne bianca, le banane, le fragole, e i formaggi stagionati (che hanno quindi perso gran parte del lattosio).

La frutta può essere consumata fresca; importante l’accortezza, per certi frutti ricchi di fruttosio come mela e pera, di consumare invece previa cottura.

È bene tuttavia affidarsi in questo caso ad uno specialista ed evitare il fai da te: bisogna infatti considerare vari fattori, tra cui la tolleranza individuale a certi alimenti, il mantenimento di un adeguato apporto energetico e nutrizionale, l’associazione varia e bilanciata tra i diversi cibi “permessi”, ed evitare esclusioni alimentari a lungo termine.

 

  1. Camminare

L’attività fisica, anche moderata, è fondamentale per la buona salute dell’intestino: una passeggiata di mezz’ora ogni giorno o a giorni alterni spesso è sufficiente per provare sollievo.

 

  1. Fare attenzione agli sbalzi di temperatura

Chi soffre di colite è particolarmente sensibile agli sbalzi di temperatura e specialmente al freddo. Anche per questo motivo le manifestazioni del colon irritabile tendono a riacutizzarsi in autunno e in inverno. È importante quindi coprirsi bene.

  

Oltre al mantenimento di un corretto stile di vita, che rappresenta le fondamenta per riuscire a contrastare, fino a ridurre quasi completamente, le fastidiose manifestazioni di questo disturbo, è possibile assumere prodotti naturali che favoriscano il benessere e l’equilibrio intestinale senza irritare la mucosa del colon, come Benessere Intestinale.

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Se si riconosce invece una fonte nervosa o emotiva quale causa dei vostri fastidi (queste possono a volte somatizzarsi e tradursi in disturbi gastro-enterici), allora il gemmoderivato di tiglio può essere utile: grazie alle sue proprietà ansiolitiche e antispasmodiche contrasta il dolore e il gonfiore intestinale calmando allo stesso tempo l’ansia o lo stress a monte del problema.

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