LE VIE DELLA MEMORIA, PICCOLE INFORMAZIONI SU UN GRANDE MISTERO Ecosalute

LE VIE DELLA MEMORIA, PICCOLE INFORMAZIONI SU UN GRANDE MISTERO

“I vasti quartieri della memoria, dove riposano i tesori delle innumerevoli immagini di ogni sorta di cose, introdotte dalle percezioni; dove sono pure depositati tutti i prodotti del nostro pensiero, ottenuti amplificando o riducendo o comunque alterando le percezioni dei sensi, e tutto ciò che vi fu messo al riparo e in disparte e che l'oblio non ha ancora inghiottito e sepolto”. (Sant'Agostino, Confessioni, X, 8, 12)

Nel tentativo di svelare i misteri del funzionamento della memoria, l’uomo si è prodigato nel corso dei secoli con ogni metodo di ricerca e conoscenza a sua disposizione: dalle neuroscienze, la biologia e la chimica, alla filosofia, la letteratura e le arti visive.

La domanda perché ricordiamo? (e anche perché non ricordiamo?) accompagna l’umanità fin dagli albori della storia della civiltà.

Aristotele, filosofo reco vissuto nel IV secolo AC, fu il primo a dare un approccio scientifico alla questione, distinguendo tra rievocazione, ovvero il richiamare alla mente in modo volontario  momenti del passato, e la memoria, un meccanismo inconsapevole di deposito delle informazioni acquisite.

La memoria assume poi anche un altro aspetto: quello dell’essere ricordati, dell’entrare a far parte dell’eternità. E qui troviamo meravigliose opere d’arte a farlo. Si pensi alla Colonna Traiana che narra le imprese del grande imperatore, ai racconti omerici che tramandano le storie degli eroi dell’antichità, ai resoconti biografici e politici dettagliati degli storici come Plutarco e Tacito, a dipinti come il ritratto del Re Sole. Tutto per far far ricordare, e per farsi ricordare.

Aspetto associativo

Facciamo poi un salto fino ai giorni nostri: cosa dice la scienza? Dice la nostra memoria è perfetta. Sì, proprio così. È perfetta nell’assimilare informazioni, lo è un po' meno nel processo di recuperarle. Inoltre è per l’80% visiva, e non sa distinguere un’immagine vista da una immaginata, in quanto le aree del cervello che si attivano sono le stesse. Quante volte poi vi è capitato di sentire un profumo o assaggiare un piatto, e di ritornare con la memoria a un momento passato in cui è accaduto qualcosa di emozionante? Questo perché la memoria è di tipo associativo.

Aspetto biochimico e fisico

Ci sono poi anche gli aspetti biochimici e fisici che regolano la memoria: i neurotrasmetitori (acetilcolina in particolare), alcune specifiche aree del cervello (corteccia e ippocampo), e strutture cellulari come i microtubuli neuronali.

Esiste inoltre la memotecnica, ovvero un insieme di approcci per migliorare la fase di apprendimento e di recupero di informazioni: alcuni sono Imagines Agentes, Tecniche di Loci e Parole di Velcro.

Alleati naturali

Anche la natura entra in gioco con alcune piante officinali in grado di supportare la fisiologia cerebrale e conseguentemente le funzioni cognitive. Il Ginko migliora la microcircolazione nel cervello, l’Eleuterococco bilancia la neurostramissione, il Mirtillo e gli antiossidanti come Picnogenolo e CoQ10 proteggono i neuroni dal danno ossidativo.

Una lunga storia, tante interpretazioni e approcci ci portano a una considerazione: la memoria determina chi noi siamo, e chi saremo, in base a quello che siamo stati e che abbiamo vissuto. 

Memora

È una tintura officinale composta da un mix di quattro estratti vegetali studiati appositamente per la memoria e le funzioni cognitiveMemora, grazie all’azione tonica dei suoi estratti aiuta a recuperare il benessere psico-fisico dopo lunghi periodi di stress.

MEMORA è composto da:

  • Ginkgo biloba; è una pianta d’origine cinese, la più antica e una delle poche palmate sopravvissute, utilizzata in fitoterapia per aumentare la vascolarizzazione dei tessuti e migliorare l’attività dei trasmettitori chimici del cervello. Utile in caso di insufficienza circolatoria cerebrale, perdite di memoria, cefalea, ronzio auricolare e vascuolopatie cerebrali.
  • Maca; (pianta adattogena che ha la capacità di aiutare l'organismo ad essere più efficiente contro lo stress eccessivo e contro alcune sostanze e agenti esterni nocivi) conosciuto anche come Ginseng delle Ande è una pianta perenne che cresce in Perù e utilizzata per le sue proprietà toniche, anti-fatica e rivitalizzanti. Utile in caso di stanchezza, affaticamento, convalescenza e condizioni di elevato stress psico-fisico.
  • Eleuterococco; (pianta adattogena) conosciuto anche come Ginseng Siberiano è una pianta utilizzata per le sue proprietà toniche e antistress. Ottima durante la preparazione all’attività sportiva anche a livello agonistico, utile per la concentrazione e memoria durante i periodi di studio intenso ed il recupero post convalescenza.
  • Mirtillo; ha azione antiossidante e mantiene il benessere della vista oltre ad essere utilizzato in caso di disturbi alla circolazione venosa o linfatica con senso di pesantezza delle gambe.

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