Il Dott. Ghilardi, biologo nutrizionista, parla di una spezia poco utilizzata nella cucina occidentale ma ricca di principi nutritivi.
Il Coriandolo
Il coriandolo (Coriandrum sativum) è una pianta appartenente alla Famiglia delle Apiacee originaria del Mediterraneo orientale.
In Europa viene coltivato soprattutto in Inghilterra, Francia e Paesi Bassi, poco in Italia.
Si usa molto in Cina, dove viene chiamato il "prezzemolo cinese", ottenuta dai frutti della pianta che vengono essiccati, hanno una forma sferoidale simile ai granelli di pepe e colore giallognolo, e vengono utilizzati in cucina per aromatizzare cibi e bevande, grazie al loro vago sentore di scorza d’arancia e limone.
Di questa pianta possono essere utilizzate anche le foglie fresche o essiccate, simili al prezzemolo hanno però un sapore piccante. Questa spezia si presta molto bene a insaporire zuppe e minestre, legumi, carne, pesce e verdure, in particolar modo cavoli e crauti.
La sua caratteristica principale è quella di essere in grado di aiutare contro i problemi digestivi: il coriandolo è infatti carminativo (riduce la presenza di gas intestinali) e antispasmodico, e riduce quindi difficoltà digestive e gonfiore.
Attenua stanchezza e fatica e stimola l’attività cerebrale, oltre che l’appetito. Il coriandolo ha inoltre un effetto antibatterico e fungicida.
Un altro studio, invece, ha messo in evidenza come i frutti di coriandolo possano costituire un valido aiuto nel trattamento dell'emicrania, in quanto hanno dimostrato di essere in grado di ridurre sia il dolore, sia la durata, sia la frequenza degli attacchi emicranici. Tra le controindicazioni, va ricordato che se usato in dosi eccessive può causare disturbi nervosi e renali.
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