Parla l'esperto: le proprietà della radice dorata Ecosalute

Parla l'esperto: le proprietà della radice dorata

Il Dott. Ghilardi, biologo nutrizionista, parla dei benefici della Curcuma in modo approfondito.

 

La curcuma

La curcuma è una pianta di origine Asiatica appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae (stessa famiglia dello zenzero). La specie di maggior interesse è la Curcuma Longa, coltivata nella maggior parte delle regioni tropicali, in particolare in India.

La pianta di Curcuma Longa è costituita da una radice sotterranea (rizoma) dalla quale si ottiene, una volta essiccata e macinata, una polvere dal caratteristico colore giallo-arancio, ricca di vari principi attivi dotati di numerosissime attività biologiche:

  • Curcuminoidi: (95% dell’estratto standardizzato): curcumina, demetoxicurcumina e bisdemetoxicurcumina
  • Oli volatili: tumerone, atlantone e zingiberene

L’elemento più abbondante, e anche il più studiato, è la curcumina che, come gli altri curcuminoidi, appartiene alla famiglia dei polifenoli.

Dal punto di vista nutrizionale

La curcuma è composta prevalentemente da carboidrati (70%) e in minima parte da lipidi e proteine. Nonostante siano molte le calorie che apporta, la curcuma può essere inserita anche in un regime alimentare ipocalorico data la contenuta quantità di spezia usata negli alimenti.

Attenzione alla cottura

Come tutte le spezie, non bisogna eccedere con la cottura altrimenti si rischia di perdere le sostanze nutritive. Oltre che al calore, i principi attivi presenti nella curcuma sono molto sensibili alla luce e a valori di pH > 5.

Proprietà farmacologiche della curcumina

La curcuma è la spezia più studiata al mondo, in particolare il suo principio attivo curcumina. Un ampio spettro di studi ha infatti dimostrato la capacità della curcumina di indurre numerosi effetti biologici e farmacologici:

  •  La curcumina è un potente antiossidante: è in grado di attivare diverse proteine antiossidanti attraverso la via Nrf2.La via Nrf2 è un sistema di difesa cellulare che si attiva in presenza di stress ossidativo, inducendo l’espressione di proteine ad azione antiossidante. A differenza di molti altri antiossidanti, la curcumina ha una duplice attività in quanto è in grado sia di prevenire la formazione di radicali liberi sia di neutralizzare i radicali liberi già esistenti. La proprietà antiossidante è molto superiore rispetto a quella della vitamina E, della vitamina C e del beta-carotene.
  •  La curcumina è un potente antinfiammatorio: è in grado di bloccare la produzione di molecole che aumentano i processi infiammatori (citochine proinfiammatorie). Anche in questo caso, la curcumina è molto utile nella prevenzione e trattamento di malattie su base infiammatoria.

Secondo un recente studio del 2019, la curcumina assunta per via orale, una volta raggiunto l’intestino, viene trasformata dai microbi che lo popolano in una serie di metaboliti molto più attivi della curcumina stessa. Questi metaboliti sembrerebbero avere un ruolo neuroprotettivo.

Curcuma e microbiota intestinale

La curcumina, dopo ingestione per via orale, può esercitare effetti regolatori sul microbiota intestinale, le cui alterazioni sono collegate a numerose malattie metaboliche e non. 

L’integrazione con curcumina può essere utile anche nel trattamento del diabete mellito di tipo 2: uno studio del 2019 ha mostrato che trattando topi diabetici con curcumina si assiste ad un miglioramento della sensibilità insulinica, riduzione della glicemia e ad un miglioramento della dislipidemia.

Curcuma e malattie cardiovascolari

La curcumina è molto efficace nel trattamento delle malattie cardiovascolari attraverso diversi meccanismi: riduzione dei lipidi plasmatici, aumento dei livelli di HDL, riduzione della perossidazione lipidica, riduzione delle lesioni aterosclerotiche e miglioramento della funzione endoteliale.

Come confermato da uno studio del 2018, la curcumina ha mostrato un miglioramento dei sintomi e dei processi infiammatori in topi affetti da artrite reumatoide.

Curcumina e oncologia

Oltre all'attivazione di NF-KB come citato poc'anzi, La curcumina è in grado di aumentarne l’attivazione e quindi indurre la morte delle cellule tumorali in particolare p53 stimolando il processo di apoptosi.

Vari studi hanno inoltre dimostrato che la curcumina è anche un ottimo ausilio per contrastare gli effetti collaterali tipici della chemioterapia.

Come migliorare la biodisponibilità

Nonostante tutti i benefici che apporta alla salute e le numerose proprietà farmacologiche della spezia, una delle principali critiche che il mondo scientifico rivolge alla curcumina è la sua scarsa biodisponibilità.

  • Pepe

Il principale problema della cucumina è la scarsa biodisponibilità intestinale: per ovviare a questo problema è stata aggiunta una sostanza nota chiamata Piperina ed i grassi dell'olio per aumentarne la biodisponibilità: Accompagnando la curcuma a questi ingredienti è possibile aumentarne la biodisponibilità.

  • Olio d'oliva

Poiché la curcumina è una sostanza di natura idrofoba, scarsamente solubile in acqua ma altamente solubile nei lipidi, associandola all’olio di oliva (o qualsiasi altro tipo di grasso) aumenta notevolmente la sua solubilità e ne viene facilitato l’assorbimento.

Concludo citando uno studio abbastanza recente dove veniva aggiunta una particolare miscela di spezie a pasti particolarmente ricchi di grassi e carboidrati per valutarne gli effetti benefici sulla salute. I ricercatori della Pennsylvania State University si sono in particolare concentrati su una miscela composta da basilico, alloro, pepe nero, cannella, coriandolo, cumino, zenzero, origano, prezzemolo, peperoncino, rosmarino, timo e curcuma, in una dose di circa 6 grammi aggiunta ai pasti.

 

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