MOTIVAZIONE & INTEGRAZIONE Ecosalute

MOTIVAZIONE & INTEGRAZIONE

Michele Baggio, life coach scrive delle sue riflessioni sull'importanza e la consapevolezza della motivazione.

Ho sempre pensato che la motivazione sia sostanzialmente quel fattore che ci mette in moto per raggiungere un obbiettivo che ci siamo prefissati.

Un concetto molto lineare, forse semplificato all’ennesima potenza.

Ci sarebbero molte riflessioni riguardo questo argomento; a partire dalla consapevolezza della motivazione: siamo motivati internamente oppure la leva motivazionale è esterna al nostro essere?

Abbiamo bisogno di trovare costanti motivazioni esterne per tutto? Abbiamo bisogno di “forzare” la motivazione con tutto? Deleghiamo ad altri un aspetto che potrebbe essere personale?

Ma la domanda che mi faccio sempre più spesso è questa:

“Se non fossimo fisiologicamente pronti alla motivazione?”

Questa domanda nasce da una riflessione legata soprattutto al mondo dello sport, dove sempre più spesso si lega la mancanza di un risultato, di una crescita ad un fattore motivazionale e non ad altro.

Come se la motivazione fosse la panacea di tutti i mali!

Ma se un organismo è in uno stato di stress talmente elevato da non poter gestire le reazioni fisiologiche che la costante ricerca di motivazione porta?

Se il “risultato”, nello sport come nella vita fosse una somma di variabili e non venisse solo ricondotto ad un problema motivazionale, come sarebbe da spiegare?

Spesso e volentieri discorsi legati al “volere è potere”, “se ti impegni raggiungerai sicuramente i tuoi obbiettivi”, non tengono conto che abbiamo anche un corpo, un organismo fatto di azioni, reazioni, vuoti, pieni, stress, chimica, enzimi, carenze, eccessi.

Mi viene quindi da pensare che la “motivazione” da sola non basta, servono degli indicatori dello stato di salute della persona.

Attraverso gli indicatori si può lavorare sul “qui ed ora” in maniera dettagliata, più aderente alla realtà. Comprendere se serve integrare per riequilibrare un organismo non solo “forzandolo” con aspetti motivazionali può essere uno spunto interessante.

Poco tempo fa un ragazzino, accompagnato dal padre mi ha contattato ed è arrivato nel mio studio. Sportivo, adolescente, bravo a scuola, non ottiene i risultati  sportivi che gli allenatori si aspettano e gli allenatori dicono: “sarà demotivato, sarà il periodo…”

Per farla breve consiglio al padre di fare delle indagini sullo stato di salute del figlio, secondo me il mio intervento era ininfluente in quel preciso momento. Infatti, quella che per me era una sensazione è diventato un indicatore! Il ragazzo in quel preciso momento non era in grado di fare risultato per motivi fisici e non motivazionali. il suo organismo non stava funzionando cosi bene come tutti pensavano e quindi non era in grado di sostenere l’attività sportiva.

Ho trovato questa esperienza molto interessante perché la ricerca di una causa mi porta all’integrazione delle competenze,  mi porta alla ricerca di una integrazione o supplementazione con prodotti di qualità e totalmente personalizzati e mi porta ad una riflessione: la ricerca del benessere è un percorso, cosi come lo è la ricerca della consapevolezza di sé. Cadere in lughi comuni, in facili giudizi è un approccio molto superficiale tenendo conto che la ricerca di un percorso merita il vaglio di tutte le possibilità. Stressare un organismo debilitato, con il tentativo di motivarlo è veramente necessario? È rispettoso del cliente? E’ utile?

La motivazione andrebbe gestita, andrebbe integrata, andrebbe vagliata e approfondita e rispettata anche, soprattutto nella sua fare ombra (demotivazione).

Se il corpo non è in grado di accogliere il lavoro motivazionale si corre il rischio di stressarlo ancora di più ottenendo scarsi risultati e poca soddisfazione da tutti i soggetti.

Penso che questo sia un passo interessante da ambo le parti, perché è un ponte che unisce la motivazione con la consapevolezza.