UNA PIANTA PER MENTE E VENTRE Ecosalute

UNA PIANTA PER MENTE E VENTRE

La pianta

La melissa (Melissa officinalis) è una pianta erbacea dal portamento a cespuglio che cresce spontaneamente in Europa. È caratterizzata da foglie ricoperte da una morbida peluria e da piccoli fiori che mutano colore maturando, passando dal giallo pallido al bianco rosato, all’azzurro tenue in piena fioritura. Grazie alle sue proprietà antispasmodiche e antinfiammatorie, dovute agli oli essenziali che contiene, è utilizzata nella cura di molti disturbi. È conosciuta nella tradizione popolare anche con il nome di limoncella, a causa dell’inconfondibile profumo di limone emanato dalle sue foglie.

 

 

Proprietà

La melissa viene comunemente impiegata per contrastare gli stati d’ansia correlati a manifestazioni a carico del sistema gastroenterico. Per la sua azione antispasmodica, antinfiammatoria e carminativa è particolarmente indicata in caso di nevralgie, disturbi della digestione, crampi addominali e colite.

La fitoterapia moderna considera infatti la melissa come il miglior rimedio vegetale per le somatizzazioni di origine nervosa a livello di stomaco ed intestino, grazie alla sua eccellente azione ansiolitica e alla sua capacità di rilassare la muscolatura liscia degli organi addominali. Esercita un effetto calmante, spasmolitico e carminativo rilassando le pareti intestinali, ristabilendo il ritmo normale della peristalsi, riducendo il meteorismo e calmando gli spasmi addominali, tanto da risultare un rimedio ideale anche per le stipsi da sindrome premestruale.

Aiuta anche a contrastare cefalee ed emicranie di origine nervosa, grazie all’azione rilassante dell’olio essenziale contenuto nelle sue foglie sul sistema nervoso e muscolare. Il suo uso è particolarmente indicato, perciò, in caso di d’irritabilità generale, mancanza di sonno causata da stanchezza eccessiva, nervosismo e tachicardia su base emotiva.

 

 

Melissa: tra mito e leggenda

Il mito racconta che la Madre Terra Rhea, per salvare suo figlio Zeus dallo sposo Cronos, il quale divorava i suoi figli appena nati per non essere spodestato, partorì il Dio nell’isola di Creta e lo affidò alle cure delle ninfe Amaltea, che lo nutriva con il proprio latte di capra, e Melissa, che gli forniva il miele distillato per lui dalle api che custodivano l’ingresso alla caverna.

Una volta diventato adulto Zeus, per ringraziare Melissa delle sue cure, decise di liberarla dal suo corpo mortale e trasformarla in un’ape. Nell’antichità l’ape era infatti considerata una creatura sacra, associata alla divinità. Il nome Melissa deriva dal greco e probabilmente vi è una correlazione con il fatto che il profumo di limone della pianta attira le api, che ne succhiano volentieri il nettare per produrre il miele.

 

Un po’ di storia

In molte civiltà antiche, l'appellativo ''Melissa'' era usato per indicare le donne considerate particolarmente sagge e ricche di virtù. Anche le Sacerdotesse dei misteri di Eleusi e di Efeso venivano chiamate “Melisse”, perchè nei riti d’iniziazione si lavavano con del miele mani e bocca, per purificare le proprie azioni e parole.

Fu inizialmente introdotta in medicina come rimedio per il cattivo umore e per la depressioneGaleno e Paracelso la consigliavano per il trattamento dei disturbi psichici, ritenendola anche in grado di contrastare stati d’animo quali tristezza e malinconia.

Durante il Medioevo la melissa divenne in tutto e per tutto un’erba medicinale. Il suo olio essenziale era giudicato dagli Arabi adatto per rinforzare cuore e cervello, tanto che Carlo Magno ne ordinò la coltivazione negli orti del regno, e l’ “acqua di melissa” delle Carmelitane francesi divenne un liquore molto rinomato per la sua efficacia contro dolori fisici e nervosi. Ancora oggi tisane ed infusi di melissa sono apprezzati per l’effetto calmante e blandamente sedativo, oltre ad essere consigliati per apportare beneficio agli organi digerenti quando si verificano disturbi d’origine nervosa.

 

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