L’IMPORTANZA DELLA CHELAZIONE PER DIFENDERSI DALLE NANOPATOLOGIE Ecosalute

L’IMPORTANZA DELLA CHELAZIONE PER DIFENDERSI DALLE NANOPATOLOGIE

AVETE MAI SENTITO PARLARE DI NANO-PATOLOGIE?

Si tratta di tutti quei disturbi causati da micro e nano-particelle inorganiche che sono riuscite a penetrare nell’organismo, per inalazione o per ingestione. Il problema è che i meccanismi sono in gran parte ancora da indagare.

È da tenere presente che l’uomo ha da sempre vissuto in un ambiente polveroso, infatti la natura stessa è produttrice di polveri. Ma solitamente si tratta di granelli che non scendono sotto le dimensioni di pochi micron e a bassa concentrazione non sembrerebbero essere dotate di particolare pericolosità per la salute umana.

Infatti è l’uomo ad essere il maggior responsabile dell’inquinamento (micro e nano-particelle), sia per quantità che per pericolosità.

 

Oggi, la maggior parte dell’inquinamento ambientale ed alimentare da polveri si deve ai motori a scoppio, alle fonderie, ai cementifici, agli inceneritori, alle esplosioni in genere, fino ad operazioni apparentemente più innocue come quelle di saldatura.

Infatti quando le temperature sono elevate (durante un’esplosione o nella saldatura), molte sostanze inorganiche volatilizzano per poi ricombinarsi, spesso in modo diverso da quello d’origine, sotto la forma di micro o nano- particelle che avendo massa piccolissima, si comportano come  gas, restando sospese in aria anche per tempi molto lunghi e migrando con gli eventi atmosferici anche per distanze enormi. È necessario sottolineare che quasi mai queste polveri sono biodegradabili, il che significa che, in termini pratici, sono da considerare eterne. Inoltre, non esistono sistemi tecnologici efficaci per attenuarne la pericolosità.

 

LE VIE D’INGRESSO DELLE MICRO E NANOPARTICELLE

La via preferenziale d’ingresso è l’inalazione. Le particelle sospese vengono inspirate e finiscono negli alveoli polmonari. Se il particolato è di dimensioni nanometriche riesce a passare, solamente in un minuto, direttamente dall’alveolo polmonare alla circolazione sanguigna. Dal sangue agli organi il passo è breve, soprattutto se si pensa che le nanoparticelle sono in grado di entrare anche nei globuli rossi, un ottimo cavallo di Troia per superare ogni barriera. Entro breve tempo queste particelle vengono sequestrate da qualche tessuto dell’organismo e possono finire al fegato,  ai reni, ai gangli linfatici, al cervello o altri organi.

Aggrava la situazione il fatto che il particolato, oltre a non essere biodegradabile, è anche non biocompatibile, questo significa che per definizione è capace d’innescare una malattia all’interno dell’organismo.

 

Dopo l’inalazione, la via d’assunzione più frequente per i micro- e nanodetriti è l’ingestione. Le particelle che fluttuano nell’aria, prima o poi cadono, depositandosi su frutta e verdura. Anche l’apparato digerente lascia transitare il particolato che entra nel sangue e nei vasi linfatici. In questo caso, alcune particelle relativamente grossolane possono restare imprigionate nel tessuto della parete gastrica o intestinale.