dieta zona

Dieta zona: rivoluzione nella nutrizione?

Per questo approfondimento passiamo la parola al dottor Gianluca Ghilardi, Biologo nutrizionista, che ci spiega la dieta Zona.

L'origine della dieta Zona

Ideata da Barry Sears, un biochimico americano negli anni '90, è una dieta che stronca totalmente diversi miti quali il mito dei carboidrati, il mito delle diete dissociate, il mito delle calorie. Inizialmente il Dr. si imbattè in uno studio nel quale venivano inettati dei grassi saturi in conigli da laboratorio e questo provocò l'arterosclerosi; poi però introducendo dei particolari fosfolipidi le placche arterosclerotiche regredivano liberando le arterie ostruite. Nel 1975 ci fù un articolo che diceva che l'arterosclerosi poteva miglirare con semplici iniezioni di lipidi naturali. Cominciò allora a brevettare dei fosfolipidi sintetici, che sono brevettabili per guarire dall'arterosclerosi, ma il risultato è che erano troppo potenti quindi non solo sottraevano il colesterolo dalle placche arterosclerotiche, ma anche dai globuli rossi provocando la morte di qualche cavia.

La scoperta degli eicosanoidi e il Nobel

Intanto nel 1982 Vane Bergstromm e Samuelsson vensero il Nobel per la scoperta degli eicosanoidi. Si scoprì che l'aspirina agisce sugli eicosanoidi che erano cosniderati così le colle molocolari del corpo umano poiché controllavano tutte le funzioni fisiologiche del corpo umano. Chi controllava gli eicosanoidi controllava tutte le funzioni dell'organismo comprese quelle cardiache.

Il concetto della "Zona" e la regolazione degli eicosanoidi

Il Dr. Sears ipotizzò che uno squilibrio di questi ormoni portava allo sviluppo di certe patologie come Diabete, cardiopatie, aritmie, cancro, etc...Quindi la chave era tenere gli eicosanoidi in una "Zona" tale che non potessero danneggiare l'organismo. La dieta ideata dal biochimico americano consiste proprio in questo. Se gli eicosanoidi sono tenuti in "Zona" il copro è più sano, ci si ammala meno, si hanno più energie e si perde peso. Per arrivare alla "Zona" occorre abbassare l'insulina introducendo ad ogni pasto grassi e proteine in modo tale che gli zuccheri non stimolino la produzione di insulina e, quindi, non si trasformino in grassi, ma si convertono in glicogeno nel fegato, una riserva energetica. Quando l'insulina è alta vengono prodotti a partire dai grassi gli eicosanoidi pro-infiammatori, mentre se l'insulina è bassa si alza l'ormone glucagone che stimola la produzione di eicosanoidi buoni antinfiammatori.

La sfida ai miti dei carboidrati e delle calorie

Questa dieta elimina pertanto il concetto del mito dei carbiodrati che andrebbero eliminati per dimagrire ed il mito della calorie secondo il quale alimenti ipercalorici favorirebbero l'accumulo di peso ed alimenti ipocalorici invece farebbero dimagrire. E' la prima dieta scientifica al mondo che viene ideata e provata da studi.

Alcuni consigli pratici

Venendo alla pratica consiglio il consumo di carboidrati non raffinati quindi integrali specialmente gli spaghetti che hanno un indice glicemico molto inferiore rispetto alle altre tipologie di pasta, frutta secca, cioccolata, non troppa frutta (sono esclusi melone, anguria, arance, kiwi) e si escludono i tuberi come patate e carote che hanno un elevato indice glicemico. Ricordarsi sempre che le proteine corrispondono al palmo della nostra mano, mentre i grassi al pugno.