VITAMINA D IN INVERNO Ecosalute

VITAMINA D IN INVERNO

Gianluca Ghilardi, biologo nutrizionista, svolge un'analisi dettagliata sul meccanismo della Vitamina D descrivendo i benefici, il meccanismo d'azione e le conseguenze di una carenza.

La Vitamina D, chiamata anche colecalciferolo, appartiene al gruppo delle vitamine liposolubili (assieme alla vitamina E ed alla Vitamina K) anche se in realtà funziona proprio come un ormone.

La fonte

La principale fonte di Vitamina D è il sole: in seguito all’esposizione al sole, sotto lo stimolo dei raggi UVB, la Vitamina D viene sintetizzata a partire dal 7-deidrocolesterolo, infatti condivide con il colesterolo la forma ciclopentanoperidrofenantrenica.

La Vitamina D  viene introdotta con gli alimenti solo in piccolissima parte e le fonti migliori sono il tuorlo d’uovo, il pesce, il fegato e il burro. In passato si beveva l'olio di fegato di Merluzzo proprio perché aveva una grande concentrazione di Vitamina D.

Sia la Vitamina D sintetizzata nella pelle sia quella che introduciamo con gli alimenti, sono biologicamente non attive, pertanto, per esercitare la sua funzione, la vitamina deve essere trasformata nella forma attiva da specifici enzimi appartenenti alla famiglia dei citocromi (CYP 2R1, CYP27A1 e CYP27B1). Questo processo avviene prima nel fegato, poi nei reni e porta alla formazione di calcitriolo (o 1,25-diidrossicolecalciferolo) che è la forma attiva della Vitamina D.

La vitamina viene degradata abbastanza rapidamente dalla luce, dall’ossigeno e dagli acidi. È abbastanza stabile al calore.

 

Funzioni e proprietà farmacologiche

La Vitamina D è uno dei più importanti regolatori del metabolismo del fosforo e del calcio, minerali che giocano un ruolo fondamentale per la salute dell’osso.

Agendo a livello intestinale, osseo e renale, la Vitamina D ha un’azione ipercalcemizzante e la finalità delle sue diverse azioni è quella di mantenere un adeguato pool di calcio e fosforo per una corretta mineralizzazione ossea.

Nonostante la funzione sull’osso sia la più conosciuta, la Vitamina D svolge tante altre funzioni, non meno importanti, in quanto il recettore della Vitamina D e il suo enzima attivatore (CYP27B1) sono presenti in moltissimi altri tipi cellulari.

Questo ha portato la comunità scientifica negli ultimi decenni a scoprire che la vitamina D:

  • Modula sistema immunitario: numerosi studi su animali hanno dimostrato che la Vitamina D  è in grado di sopprimere l’attivazione delle cellule Th1 e quindi inibire di conseguenza la produzione di citochine pro-infiammatorie soprattutto interferone-γ, interleuchina-6, interleuchina-2 e il fattore di necrosi tumorale-α. La vitamina, inoltre, è in grado anche sopprimere l’attività delle Th17, le principali cellule produttrici di interleuchina-17, coinvolta nella patogenesi di molte malattie autoimmuni. Un’azione stimolante, invece, viene esercitata sulle cellule Treg che bloccano i processi infiammatori. Infine, oltre alle cellule Treg, la vitamina è anche in grado di stimolare di modulare l’attività delle cellule Th2 che aumentano la produzione di citochine antinfiammatorie come interleuchina-10 e interleuchina-4.
  • Ha attività antiossidante: la Vitamina D è in grado di indurre l’espressione di numerosi enzimi (in particolare la superossido dismutasi e la tioredossina reduttasi) coinvolti nella disintossicazione dalle specie reattive dell’ossigeno.
  • Ha attività antimicrobica. La Vitamina D è infatti un’importante regolatore dell’immunità innata: sembrerebbe migliorare la chemiotassi, la fagocitosi, la produzione di proteine ad azione antimicrobica e rafforzare la funzione di barriera fisica delle cellule epiteliali. È in grado quindi di stimolare tutta una serie di azioni che permettono al nostro corpo di contrastare le infezioni.
  • È un importante modulatore del microbiota intestinale: studi su topi hanno mostrato che la carenza di Vitamina D genera una situazione di disbiosi intestinale, responsabile di diversi disturbi metabolici.

Carenza

Gli studi scientifici condotti fino ad ora sembrerebbero suggerire che la carenza di Vitamina D potrebbe influire negativamente sull’insorgenza e il decorso di numerose patologie:

  • Malattie autoimmuni (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, diabete mellito di tipo 1, malattie infiammatorie intestinali come morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa)
  • Epatite
  • Asma e infezioni respiratorie
  • Malattie intestinali
  • Malattie cardiovascolari
  • Disturbi neuro-psichiatrici (Parkinson, Alzheimer, depressione, disturbo bipolare).

La Vitamina D, essendo una vitamina liposolubile, dopo essere stata sintetizzata nella pelle o introdotta come integratore o con la dieta, viene accumulata nel tessuto adiposo e nel muscolo. Quando l’accumulo diventa eccessivo può generare un’intossicazione. L’eccesso di vitamina D, condizione abbastanza rara nel nostro paese, determina ipercalcemia e calcificazione diffusa a livello di vari organi.  

La carenza di Vitamina D, invece, causa le malattie dell’osso chiamate rachitismo (tipica dei bambini e adolescenti) e osteomalacia e osteoporosi (tipica delle donna in menopausa). Altre conseguenze della carenza della vitamina potrebbero essere un alterata funzionalità del sistema immunitario, minori difese antiossidanti e un maggior rischio di sviluppare il cancro.

La carenza di vitamina D è oggi universale e colpisce la quasi totalità della popolazione, specie nei paesi al di sopra del 35° parallelo come l’Italia. Per usufruire del sole in modo sicuro e per produrre la quantità di Vitamina D di cui abbiamo bisogno è necessario attenersi alla seguente regola: esporre il 25% della pelle (mani, braccia e parte inferiore delle gambe) per un periodo di tempo che va dal 25 al 50% del tempo che si presume sia necessario alla pelle per arrossarsi.

Perciò se non vivete ai Tropici e se non passate la maggior parte delle vostre giornate nudi sotto il sole è pressoché impossibile che il vostro organismo produca abbastanza vitamina D per tutte le sue necessità e di­venta quindi necessario assumerla come supplemento.