Siamo all'ultimo cambio di stagione dell'anno, nel giorno del solstizio di Inverno. L'aria è fredda, le giornate sono corte (fin troppo), e le luci di Natale illuminano le città e le case. C'è chi sta cercando gli ultimi regali, chi sta già facendo la spesa per i pranzi e le cene di famiglia, chi lavora fino all'ultimo (e oltre) e chi parte per una vacanza.
Ma per tutti l'Inverno è la lunga stagione del freddo, in certe zone decisamente molto freddo.
Come reagisce l'organismo a tali temperature rigide?
Il mantenimento della temperatura corporea è uno degli aspetti più importanti della fisiologia animale, e quindi umana: il funzionamento degli enzimi, dei neurotrasmettitori e del cervello stesso ne dipende strettamente. C'è un range preciso in cui questa temperatura deve rientrare per permettere il funzionamento ottimale dei sistemi, ed è tra i 36.1 e i 37.2 gradi Celsius. Appena sotto e appena sopra questa temperatura il corpo riesce comunque a mandare avanti i processi vitali, ma in maniera più rallentata nel primo caso, e in maniera non precisa nel secondo.
E' molto interessante vedere cosa succede quando l'organismo viene esposto a basse temperature (non necessariamente glaciali) e come reagisce per mantenere l'omeostasi, ovvero l'equilibrio, in questo caso della temperatura interna ideale. Diversi studi sono stati condotti sia in condizioni estreme, sia in zone temperate nella vita quotidiana delle città. E sono queste osservazioni che andremo a vedere nel dettaglio.
In caso di esposizione a basse temperature, il corpo ha a disposizione due meccanismi fisiologici per poter mantenere l'omeostasi termica: uno di tipo isolante e uno di tipo metabolico.
Omeostasi termica isolante
Il primo consiste nel diminuire l'afflusso di sangue dagli organi interni verso la pelle e le zone periferiche (mani e piedi), vasocostringendo le arteriole più esterne. Questo restringe il trasferimento di calore dalla parte centrale del corpo verso le estremità, diminuendo la temperatura della pelle e limitando la perdita di calore.
Omeostasi termica metabolica
La risposta metabolica consiste nell'aumento del metabolismo: le cellule producono più energia, che in parte viene dispersa in calore. Aumentando il calore disperso viene aumentato anche la temperatura interna.
L'adattamento dell'organismo alle condizioni di bassa temperatura viene chiamato acclimatazione. E' stato notato che la risposta al freddo è individuale, e i meccanismi che entrano in gioco variano da persona a persona: in alcuni casi predomina la risposta isolante, in altri quella metabolica. I ricercatori si sono quindi posti questa domanda: anche la capacità di acclimatazione è un tratto genetico? La risposta è sì.
La capacità di un soggetto di utilizzare il meccanismo isolante è inversamente proporzionale alla sua capacità di utilizzare il meccanismo metabolico, e viceversa. Inoltre, a differenza dell'adattamento alle temperature calde, una volta che un determinato pattern si è attivato, permane durante l'acclimatazione di tutta la stagione invernale.
Un altro curioso aspetto che è risultato da questo studio pubblicato sull' American Medical Journal, è che l'essere sovrappeso rende l'attivazione dei due meccanismi di acclimatazione più lenti e meno efficaci, e che gli individui con più elevata massa magra hanno un tasso metabolico già più elevato e quindi una maggior temperatura interna.
Quindi, come sempre, il nostro organismo sa come reagire in situazioni avverse e lo fa nel modo in cui meglio gli riesce, ovvero adattandosi.
Come possiamo aiutare ulteriormente il nostro corpo in questi freddi e lunghi mesi?
Tre sono gli aspetti su cui focalizzarsi: le difese, la digestione e le articolazioni. Una buona dose di Vitamina C presa quotidianamente aiuta a prevenire i malanni stagionali, e avere dell'Estratto di Semi di Pompelmo nell'armadietto può essere utile in caso di tosse e raffreddore. I suffumigi con l'Olio Essenziale di Eucalipto sono un ottimo aiuto per sciogliere il muco in eccesso.
Perchè prendersi cura anche della digestione?
Un po' perchè durante le feste natalizie si tende ad esagerare un po'in termini di quantità e tipo di cibi mangiati, un po' perchè in inverno le gastroenteriti e i colpi di freddo sono dietro l'angolo. Un buon supporto allo stomaco con Zenzero ed enzimi digestivi, insieme al Ficus Carica agisce su tutto il tratto gastrointestinale migliorandone la funzionalità sono un'eccellente combinazione. E non dimentichiamoci dei probiotici, essenziali specialmente dopo cicli di antibiotici.
Per chi invece ha dolori articolari dovuti a traumi, vita sedentaria o all'età che avanza, e che il freddo tende a peggiorare, un buon mix di MSM e Curcuma va a diminuire l'infiammazione alle articolazioni, migliorandone così anche la mobilità.
Verso la fine di Febbraio, prima che i pollini inizino a diffondersi nell'aria, se si soffre di allergie respiratorie la combinazione di Perilla e Ribes Nigrum aiuta a prevenire quei fastidiosi sintomi come occhi che bruciano, naso chiuso, tosse.
Anche la pelle, soprattutto il viso che rimane esposto all'aria fredda, ha le sue necessità: un buon siero idratante e una ricca crema nutriente proteggono la pelle da rossori e taglietti da freddo.
Il vecchio consiglio della nonna "copriti bene!" rimane sempre un ottimo suggerimento da seguire nella stagione fredda, per tutto il resto c'è il Programma Inverno!